«L’ acqua del rubinetto è generalmente buona e fa bene. Il problema è che non tutti lo sanno. Sulle qualità dell’acqua di casa si fa poca informazione». Lo dice Luca Martinelli, giornalista del mensile Altreconomia e autore di diversi libri sul tema, tra cui “L’acqua non è una merce” e “Imbrocchiamola”.
Quindi per incentivare il consumo dell’acqua pubblica invece di quella in bottiglia, bisogna informare tutti.
Ma se l’acqua del rubinetto è così buona, perché tanti non si fidano e preferiscono quella imbottigliata?
Perché spesso non si conoscono le caratteristiche dell’acqua di casa e non sappiamo, per esempio, che quella del rubinetto è sottoposta a due tipi di verifiche: una da parte del gestore del servizio idrico e un’altra da parte delle aziende sanitarie che, se riscontrano valori anomali, devono immediatamente comunicarlo ai cittadini.
Per l’acqua minerale, invece, (caso strano?) la legge prevede una sola analisi all’anno e, sulle etichette delle bottiglie, le aziende possono pubblicare anche le analisi effettuate fino a cinque anni prima.
Purtroppo per l’acqua di casa non esiste una etichetta e purtroppo quasi nessuno comunica i risultati delle analisi dell’acqua pubblica.
A Milano, esiste un caso virtuoso: la Metropolitana milanese, gestisce il servizio idrico integrato ed invia bollette condominiali con allegate le analisi effettuate. Ma dopo che succede? Quasi nessun amministratore di condominio, le affigge in bacheca o le distribuisce ai condomini, che quindi non sapranno mai la qualità dell’acqua che pagano.
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