Imprese virtuose a caccia di “Bene Comune”

In un mondo in cui il profitto sembra essere l’unico obbiettivo di chi fa business, le imprese virtuose, formate da persone virtuose, stanno crescendo sempre di più. Navigare in controdenza è possibile solo per chi ha forti valori e una visione sostenibile della propria impresa: questo è quanto ho affermato durante la presentazione al Castello di Barletta del mio libro: l’impresa virtuosa Le imprese nascono per soddisfare i bisogni delle persone e quindi, in una visione cristiana dell’intraprendere, esse sono al servizio dei bisognosi.
Oggi l’impresa virtuosa deve rispondere ad una chiamata cruciale: la sostenibilità. Essere impresa sostenibile vuol dire che la capacità di produrre profitto oggi non compromette la capacità (mia e di altre imprese) di produrre profitto domani. E’ una sfida che bisogna accettare e vincere, non tanto per una soddisfazione personale, quanto per il bene dei nostri figli, il cui futuro è seriamente minacciato dal nostro modo di fare business.
Non possiamo più consumare all’infinito le materie prime per realizzare prodotti progettati per avere vita breve. Non possiamo più permetterci di scaricare nell’ecosistema le sostanze inquinanti dei nostri processi industriali
Nella ridefinizione di nuovi stili di vita, le imprese hanno un ruolo fondamentale e possono guidare i loro clienti verso un modo differente di soddisfare i propri bisogni. Semplicemente, si può partire dalle piccole azioni: car pooling per i propri dipendenti, prodotti realizzati con materiali di scarto di altre imprese, organizzare gite fuori città per i figli dei dipendenti, ecc. ecc.
Viviamo in un mondo finito e circolare. Di conseguenza, anche il nostro approccio all’utilizzo dei beni che il Signore ci ha messo a disposizione, deve seguire quest’ottica.

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