E’ stato un vero laboratorio di apprendimento l’incontro organizzato a Bari, sabato 24 gennaio, da Universus, Consorzio per la Formazione e l’Innovazione, e dall’Associazione Learning Cities Italia. Amministratori e cittadini, hanno riflettuto su come l’apprendimento sia il primo lavoro che un buon cittadino e un buon amministratore devono fare. E per farlo devono essere disposti al dialogo e al confronto.
Amministratori italiani distintisi per buone prassi di governo e gli assessori regionali Guglielmo Minervini e Angela Barbanente si sono confrontati tra loro e con un parterre composto da operatori della Pa e amministratori locali per riflettere sulle modalità attraverso cui è possibile governare in maniera partecipata e condivisa per avviare azioni utili a costruire una comunità e un futuro migliori.
“Le persone che apprendono come essere buoni cittadini – ha detto durante il suo intervento Roberto Lorusso, presidente dell’Associazione Learning Cities Italia – capiscono che il bene comune è il bene della comunità, non solo quello personale, quindi devono chiedere agli amministratori di governare per la comunità. Se la comunità esigono, gli amministratori apprendono come soddisfare richieste che vanno al di là degli egoismi e mettono in campo azioni che non tendono al cieco bisogno di consenso immediato ma a realizzare visioni di lungo periodo per un futuro migliore, per il bene comune”.
Promotrice di buone prassi per l’apprendimento e il bene comune, l’Associazione Learning Cities con il contributo in videoconferenza di Raphael Aboav, socio fondatore, ingegnere, esperto di processi di apprendimento, ha illustrato al pubblico le buone prassi avviate in Gran Bretagna, dove le politiche educative sono state improntate a un approccio solistico, che ha come obiettivi l’apprendimento e lo sviluppo della conoscenza. Cosa che ha fatto cambiare la scuola e diventare la società molto più competitività. “La società inglese è cambiata perché la politica ha accettato di intraprendere il percorso di cambiamento – ha aggiunto Ettore Ruggiero, direttore di Universus -. Ecco perché è importante che le classi dirigenti apprendano e acquisiscano mentalità innovative, così da poter essere motori di cambiamento. Questo anche grazie al contributo degli enti di formazione, che devono saper leggere i bisogni di apprendimento”.
Nello scambio di buone prassi moltissimi gli esempi pratici illustrati dai sindaci di Grottammare (Ap) e Olivadi (Cz), Luigi Merli e Renato Puntieri, dal vicesindaco di Ferrara, Rita Tagliati, dall’assessore alle Politiche giovanili e alla Trasparenza del Comune di Putignano (Ba), Giovanni Pugliese, dal dirigente del Settore Giovani e Università del Comune di Reggio Emilia, Luca Fantini, e dal project manager del Piano strategico di Morbegno (So), Eric Ezechieli.
I Comuni di Reggio Emilia e Putignano (Ba) hanno investito nei giovani, nelle loro conoscenze e nella loro creatività per combattere l’alcolismo, per ridare motivazioni agli anziani, per recuperare spazi urbani abbandonati e per ridare fermento alla comunità. Il Comune di Olivadi (Cz) e il Comune di Morbegno (So) hanno puntato sulla sostenibilità ambientale. Il primo ha realizzato insieme ai Comuni di San Vito sullo Ionio e Cenadi illuminazione pubblica a LED e installato impianti fotovoltaici, e i soldi risparmiati sono stati reinvestiti in servizi sociali (tra cui aiuti economici agli studenti di ogni ordine). Il Comune di Morbegno ha avviato un percorso di Learning by Doing (imparare facendo) che ha portato l’intera comunità a partecipare ad attività collettive di apprendimento sulle tematiche della sostenibilità ambientale, cosa che ha cambiato i loro stili di vita e la loro visione del futuro. “Coinvolgendo anche grandi aziende del territorio – ha detto Eric Ezechieli – e le scuole stiamo cercando di costruire insieme un futuro sostenibile e di creare un modello economico alternativo”.
Piani strategici e bilanci partecipati, elaborati dalle amministrazioni solo dopo aver ascoltato e lasciato parlare e partecipare la gente (quartiere per quartiere) sono stati realizzati dai Comuni di Ferrara e Grottammare (Ap). “Oggi nella nostra città le decisioni si prendono nelle riunioni di quartiere – ha spiegato Luigi Merli, – i cittadini ci illustrano le loro priorità per il quartiere e per la città e queste proposte sono gli atti amministrativi da cui la Giunta e il Consiglio partono per poter prendere le decisioni di governo”.
La politica e chi ha il potere possono cambiare e intraprendere un cammino verso l’apprendimento che li porterà a promuovere il cambiamento verso la sostenibilità, verso la partecipazione, verso un’economia a misura d’uomo: verso il bene comune. Ne sono convinti gli assessori regionali Minervini e Barbanente. “Viviamo in una società che non accetta più un’impostazione del potere gerarchica – ha aggiunto Guglielmo Minervini, assessore regionale alla Partecipazione attiva – perché è una società in cui il livello culturale e di apprendimento è cresciuto. È una società che si sviluppa in maniera orizzontale e chi governa deve accettare di costruire le proprie politiche con il dialogo, il confronto e la condivisione”. “Purché la partecipazione sia vera, cioè orientata a trovare azioni e soluzioni che rendano la vita della comunità migliore – ha concluso Angela Barbanente, assessore regionale all’Assetto del territorio – altrimenti la gente capisce che si tratta solo di ricerca di consenso e perde fiducia nella politica”.