Articoli per Costellazione Apulia, News Club

 
La newsletter informativa per i soci del Consorzio Costellazione Apulia

 

Newsletter n°6

Editoriale.
Da un’impresa miope ad una impresa solidale che contribuisce al bene comune.

Desidero trattare questo tema, ponendo alla vostra attenzione alcune riflessioni che ho recentemente condiviso con l’amico Nello De Padova a riguardo di tre “risorse” pregiate: l’ambiente, l’uomo, la tecnologia.

L’ambiente
<<Le risorse sono nella natura quantitativamente scarse e ciò implica, di necessità, che ogni soggetto economico singolo, così come ogni società, debba escogitare una qualche strategia per impiegarle nel modo più razionale possibile, seguendo la logica dettata dal principio di economicità. Da ciò dipendono sia l’effettiva soluzione del problema economico più generale, e fondamentale, della limitatezza dei mezzi rispetto ai bisogni individuali e sociali, privati e pubblici, sia l’efficienza complessiva, strutturale e funzionale, dell’intero sistema economico. Tale efficienza chiama direttamente in causa la responsabilità e la capacità di vari soggetti, quali il mercato, lo Stato e i corpi sociali intermedi.>> (Compendio Dottrina Sociale della Chiesa n. 346)
Pertanto anche per le imprese, ridurre i consumi (energia, materie prime, ecc.) non è solo un bisogno per essere più competitivi nel prezzo, bensì un dovere. Svolgere in maniera efficiente l’attività di produzione, è un dovere per le imprese in quanto chiamate responsabilmente ad evitare lo spreco di risorse; perché? perché non è accettabile, ed è illecita moralmente, una crescita economica ottenuta a discapito di interi popoli e soprattutto delle future generazioni.
Le imprese partono purtroppo dal presupposto, rivelatosi errato, che esiste una quantità illimitata di energia e di risorse da utilizzare. In molti, si crede che la loro rigenerazione sia possibile nell’immediato. Tutti, o quasi tutti, trascurano gli effetti negativi delle manipolazioni dell’ordine naturale.
Ogni attività d’impresa deve preoccuparsi della cura dell’ambiente e prevederne i relativi costi. Le imprese devono avere ben presente che le risorse naturali sono limitate e alcune non sono rinnovabili. L’attuale ritmo di sfruttamento compromette seriamente la disponibilità di alcune risorse naturali per il tempo presente e per il futuro.
Il problema ecologico, che viviamo sotto i nostri occhi, richiede, per essere risolto, che l’attività umana ed in particolare quella economica, rispetti maggiormente e seriamente l’ambiente, sino a rinunciare a perseguire quelle forme di sviluppo che non consentono di tutelarlo.

L’uomo
Anche se molti imprenditori riconoscono quanto sia utile, alla maggiore efficienza dell’impresa, un integrale sviluppo della persona umana (che include la dimensione del lavoro e contemporaneamente altre dimensioni quali ad esempio quella contemplativa o affettiva), non sempre, quando si progettano piani di sviluppo e d’innovazione si riscontrano scelte coerenti (investimenti) con tale opportunità. Purtroppo, ancora oggi, in alternativa ad azioni concrete che consentirebbero il rispetto della dignità umana dei lavoratori, imprenditori e dirigenti continuano ciecamente a destinare i loro investimenti (di tempo e finanziari) al raggiungimento di obiettivi di efficienza basati sull’immagine esterna, alla rivalutazione del capitale, a nuovi di mezzi di produzione e cosi via; in poche parole continuano a tenere esclusivamente conto dell’obiettivo economico dell’impresa trascurando gli obiettivi delle persone. La loro cecità non gli consente di vedere nelle persone il vero patrimonio dell’azienda nonché il fattore critico di successo. E questo perché la creatività delle persone non trova risposta negli aspetti oggettivi, tecnici, operativi del lavoro bensì nella conoscenza dei lavoratori, nella loro capacità di relazionarsi, di apprendere, di affrontare le novità, nel saper lavorare insieme e condividere e raggiungere obiettivi comuni. Ancora oggi, quando si parla di produzione, tutti sono orientati all’oggetto e nessuno al soggetto. Sappiamo tutti che l’obiettivo dell’impresa deve essere realizzato in termini e con criteri economici, ma, parimenti, riconosciamo tutti che non devono essere trascurati gli autentici valori che permettono lo sviluppo concreto della persona e della società. In questa visione personalista e comunitaria, «l’azienda non può essere considerata solo come una “società di capitali”; essa, al tempo stesso, è una “società di persone”, di cui entrano a far parte in modo diverso e con specifiche responsabilità sia coloro che forniscono il capitale necessario per la sua attività, sia coloro che vi collaborano col loro lavoro» (Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 43).

La tecnologia
Lo Stato incentiva ancora troppo poco la ricerca di innovazioni capaci di ridurre l’impatto sull’ambiente provocato dalla produzione e dal consumo. Mai come oggi, infatti, il ruolo della tecnologia risulta determinante in vista di uno sviluppo autenticamente solidale e integrale dell’umanità. Esiste una tecnologia che inquina ma anche quella capace di disinquinare; una tecnologia che spreca ma anche una che fa risparmiare; una tecnologia che rende schiavi, ma anche una tecnologia che ci rende liberi. Dipende soltanto da noi, saper scegliere quella “buona” in vista di quello che desideriamo sia il nostro benessere. Più in generale quasi tutte le tecnologie posso essere utilizzate per il bene. Una zappa è uno strumento concepito per lavorare la terra, anche se potrebbe essere usata per spaccare la testa a qualcuno; un mitra non può nemmeno occasionalmente essere usato per lavorare un terreno, ma la tecnologia che è alla base della produzione del mitra, può essere utilmente utilizzata per migliorare le caratteristiche funzionali della zappa.
L’uso della tecnologia, infatti, non può prescindere da una visione integrale dell’uomo e quindi deve essere utilizzata per rispondere alla domanda di qualità delle merci da produrre e da consumare, alla qualità dei servizi di cui usufruire, alla qualità dell’ambiente e alla tutela della salute.
Dobbiamo necessariamente, a questo punto, parlare di “responsabilità sociale dell’impresa”. Questa, sicuramente non è l’ultima trovata del marketing. La responsabilità sociale dell’impresa, è un’altra cosa, ed è una cosa seria. Essa grida a squarciagola che l’impresa deve essere una comunità solidale non chiusa negli interessi corporativi, per tendere ad un’ecologia sociale del lavoro, e contribuire al bene comune anche mediante la salvaguardia dell’ambiente naturale.
La salute e l’ambiente, per essere tutelate, hanno bisogno che le imprese facciano parlare fra loro l’innovazione e l’etica.
Non sempre si ha presente, quando si prendono decisioni per lo sviluppo, che l’ambiente è in realtà “casa” e contemporaneamente “risorsa” per tutti gli uomini. Sono alla portata di tutte le imprese, le possibilità di eliminare i fattori d’inquinamento e di assicurare condizioni di igiene e di salute adeguate per le persone che vi lavorano e per le comunità che le ospitano. Un’impresa rispettosa dell’uomo e dell’ambiente è una impresa sana (moralmente e socialmente) perché non persegue l’obiettivo del profitto a tutti i costi. Infatti, oltre alla funzione tipicamente economica, l’impresa svolge anche una funzione sociale, perché è luogo dove si generano occasioni di incontro e di collaborazione, nonché di crescita e di valorizzazione delle capacità delle persone coinvolte. La dimensione economica dell’impresa, pertanto, è condizione per il raggiungimento di obiettivi di profitto, ma anche del raggiungimento di obiettivi sociali e morali, da perseguire congiuntamente.

Roberto Lorusso

 

Newsletter n°2-3

Mille imprese per un mondo migliore
di Roberto Lorusso,
Responsabile Comitato di Regia del progetto Avanzare

Carissimi soci, abbiamo iniziato un percorso che, entro maggio 2007, renderà visibili e tangibili i risultati di questo fantastico progetto. Dopo mesi di indagini, analisi, approfondimenti culturali ed esercitazioni sulle “esternalità”, gli imprenditori che partecipano con me al Comitato di Regia del progetto, hanno deciso di dare una svolta decisiva, utilizzando una competenza, quella del fare impresa, che contraddistingue ciascuno di noi. Questo è il momento migliore perché ciascuno possa dare il suo contributo. Ci stiamo impegnando a dar vita, insieme, ad una nuova impresa. Non potevamo decidere di farlo prima; avevamo bisogno di diventare padroni del nuovo modello di business che è stato realizzato durante questi mesi di vita del progetto. La materia che abbiamo trattato non è stata facile da masticare, anche per persone “abili” come noi e forse a tutt’oggi, molti non sono ancora esperti nell’individuare le esternalità della propria impresa che possono trasformarsi in “nuovo profitto”.
Torniamo al percorso appena avviato. Come è iniziato? Come sempre con un bel momento di fraternità (tre giorni presso la Masseria Montalbano di Ostuni) che ha dato vita ad una comunità di imprenditori che meglio condivide idee, finalità, e nuove amicizie. Ma dopo? Dopo, cioè da questo momento, lavoreremo sodo a realizzare un piano industriale e poi ci vedremo ancora per condividerlo e poi ci metteremo al lavoro per implementarlo e poi, ancora, ci incontreremo per formalizzarlo davanti ad un notaio.
Queste che ho appena raccontato sono le fasi che ci aspettano; ed i risultati della tre giorni? Per darvi risposta potrei parlarvi delle circa 20 idee di business che sono state individuate e raccontate in modo originale ed attraente dai partecipanti ma, come vedete, non ho spazio e quindi vi rimando al nostro Apulia Web Club (il forum virtuale del Consorzio) chiedendovi la cortesia di dedicarmi ancora pochi minuti su alcuni spunti (anche questi risultato esclusivo della tre giorni) che potranno generare, non 20 ma, molte migliaia di imprese per un mondo migliore.

L’ambiente come casa e come risorsa a favore dell’uomo
A condizione che prevalga l’etica del rispetto per la vita e la dignità dell’uomo, per i diritti delle generazioni umane presenti e di quelle che verranno, è possibile che:
– la tecnologia che inquina può anche disinquinare;
– la produzione che accumula può distribuire equamente.

L’impresa comunità solidale
Organizzazione non chiusa negli interessi corporativi, ma che tende ad un’«ecologia sociale» del lavoro, per contribuire al bene comune anche mediante la salvaguardia dell’ambiente naturale. L’impresa deve caratterizzarsi per la capacità di servire il bene comune della società mediante la produzione di beni e servizi “utili”.

Risorse
La principale risorsa dell’uomo insieme con la terra è l’uomo stesso. La sua intelligenza fa scoprire le potenzialità produttive della terra e le multiformi modalità con cui i bisogni umani possono essere soddisfatti.
Ancora una volta quello che abbiamo appreso, stando insieme, è il vero capitale sociale delle nostre prossime imprese.
 

 

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