Più figli per il nostro futuro

Recentemente è stata svolta una ricerca sul futuro demografico in Europa dal Berlin Institute for Population and Development.
La ricerca presenta un’analisi molto grave della situazione demografica del vecchio continente, e riconosce l’esistenza di una crisi dovuta al calo del tasso di natalità e all’invecchiamento della popolazione.

 

Attualmente nessun paese europeo arriva al tasso naturale di sostituzione della popolazione di 2,1 figli per donna, che serve a mantenere stabile nel futuro il numero di abitanti. In effetti – ed i dati sono alla portata di tutti – attualmente la media europea è di 1,5 figli per donna. Solo la Francia, l’Irlanda e la Finlandia sono le più vicine al traguardo, mentre l’Italia resta il fanalino di coda con la media di 1,33 figli per donna.

 

Secondo le previsioni dei ricercatori tedeschi, nel 2050 l’Europa vedrà un calo dell’8,3% di abitanti rispetto al presente. Se a questi dati aggiungiamo quello dell’invecchiamento della popolazione, la situazione si prospetta veramente drammatica. Con la diminuzione della popolazione in età lavorativa e l’aumento delle spese pensionistiche e sanitarie destinate alla popolazione anziana, per l’Europa risulterà sempre più complicato affrontare la situazione.

Ovviamente, le cause sono molteplici e sono legate alle diverse condizioni sociali, culturali ed economiche che caratterizzano i diversi paesi europei, ma primo fra tutti è la grave visione che attribuisce ai figli solo i costi e non l’amore.

Diverse le soluzioni a cui sono ricorsi i singoli Governi europei. Ad esempio, la Francia, che “protegge e sostiene la famiglia, considerandola un formidabile fattore di sviluppo e di crescita”1 (da un alto tasso di natalità derivano maggiore occupazione, aumento dei consumi e dei contribuenti), stanzia il 2,5% del PIL per la famiglia (da noi solo l’1,1%) ed offre una serie di servizi in più: congedi di paternità e maternità, scuole materne, sgravi fiscali proporzionali al numero di figli a carico, deduzioni per l’istruzione. In Svezia una neo-mamma che lavora riceve l’intero stipendio stando a casa per un anno, in Norvegia per 10 mesi, in Italia per 5 mesi. In Germania il Ministro della Famiglia – che in Italia non esiste più – ha fatto votare la riforma Elterngeld (= denaro per i genitori) che prevede la possibilità di godere di un congedo di 14 mesi per la coppia: i genitori possono alternarsi nell’accudire i figli, mentre lo Stato paga loro i 2/3 dello stipendio.

Sicuramente, l’Europa ed in particolare l’Italia, ha bisogno di maggiore sostegno da parte del governo e di nuove politiche familiari, ma quello che è più urgente è una rivoluzione culturale che porti nuovamente la vita, la famiglia ed i figli ai primi posti della scala delle priorità.

 

1. Massimo Nava, Due figli per donna: è record. In Francia torna il baby boom,  Corriere della sera, 17 gennaio 2007.
 

 
 

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