Ma questo progresso è umano?

Come chiameresti un progresso che esclude una porzione di persone dalla possibilità di beneficiare di alcune risorse economiche, tecnologiche, culturali, sociali, e come chiameresti le attuali forme di sviluppo economico che considerano la persona solo sotto l’aspetto materiale?

Per quanti la “persona” è ancora anima, spirito, trascendenza, immortalità?

Queste dimensioni, che non sono separabili dalla persona, sono ancora considerate fronti sui quali si misura l’autentico sviluppo?

Uno sviluppo che esclude le dimensioni costitutive della persona non è vero sviluppo perché non è sviluppo integrale. E se non vissuto anche in un orizzonte di trascendenza non rispetterà mai la dignità della persona e sarà a causa di infinite ingiustizie.

Il progresso meramente materiale conduce ad un riduzionismo antropologico che chiude la persona in un orizzonte di immanenza e lo finalizzata ad accontentarsi del conseguimento di meri piaceri mondani ai quali il progresso tecnico concede facile accesso.

Dovremmo sapere che la forza disumanizzante di alcuni processi di progresso vissuti nel Novecento è stata denunciata da più voci. Max Horkheimer, filosofo e sociologo, ad esempio, nella prefazione allo scritto “Eclissi della ragione” affermava: “Al progresso delle risorse tecniche che potrebbero servire ad illuminare la mente dell’uomo si accompagna un processo di disumanizzazione”.

Cosa dice la Dottrina sociale della Chiesa.

La Chiesa ha sempre insegnato che la prosperità economica
(purtroppo solo di alcuni questo lo dico io)
ed il progresso tecnologico reso accessibile a molti (ma con forti guadagni per pochi anche questo lo dico io),
non possono trascurare la dimensione trascendente della persona umana e non rispettare la dimensione spirituale e le esigenze morali proprie della persona.

Il progresso deve contribuire all’autosviluppo della persona nella sua interezza e non deve innestare quelle dinamiche nefaste e disumanizzanti che San Giovanni Paolo II ha denunciato (Sollicitudo rei socialis al num. 28) come vere e proprie ritorsioni opprimente di un progresso non umano:

«Effettivamente, oggi si comprende meglio che la pura accumulazione di beni e servizi, anche a favore della maggioranza, non basta per raggiungere la felicità umana. Né, di conseguenza, la disponibilità dei molteplici benefici reali, apportati in tempi recenti dalla scienza e dalla tecnologia, compresa quella informatica, comporta la liberazione da ogni forma di schiavitù. Al contrario, l’esperienza degli anni più recenti mostra che, se tutta la massa delle risorse e delle potenzialità messe a disposizione dell’uomo non è retta da un intendimento morale e da un orientamento verso il vero bene del genere umano, si ritorce facilmente contro di lui per opprimerlo».

Che ne dici? Possiamo essere protagonisti con le nostre azioni giornaliere di un vero progresso per l’umanità tutta?

Ciao Roberto


ALCUNE RISPOSTE CHE HO RICEVUTO

ROSARIA:

Credo che questo progresso sia assolutamente disumano contro ogni principio di uguaglianza e amore per l’umanità.

Chiamerei le attuali forme di sviluppo economico disumane e orrende perché non hanno rispetto della persona in quanto essere umano dotato di ogni forma di intelligenza e animo anzi usano e sfruttano le capacità dell’essere umano senza nemmeno dargli la possibilità di vivere  una vita degna di essere vissuta.


ANDREA:
Ciao Roberto,
una lettura del tempo che viviamo credo risieda nel fatto che non ci chiediamo (o lo facciamo troppo poco) se possiamo essere protagonisti, con le nostre azioni quotidiane, di un vero progresso per l’umanità intera. Non crediamo abbastanza che testimoniare ogni giorno, con i nostri comportamenti, gesti di apertura e solidarietà spontanea verso gli altri ci possa orientare verso una vita migliore. Essere leali, onesti, lavorare con passione collabora alla salvezza del mondo. Per i cristiani la persona é anima, spirito e trascendenza. Spesso sfugge che quando il vangelo della carità diventa stile di vita ordinario si pianta, nel tempo presente, il seme dell’eternità. La politica deve impegnarsi nel suscitare, particolarmente nei giovani, l’impegno comune nel connettere il vero progresso con le persone, senza escludere nessuno. 
Buona domenica
Andrea


GIANFRANCO

Caro Roberto,

Condivido le tue proposte e risposte agli interrogativi che poni, anche perché molto ben documentati secondo la dimensione cristiana. Posso aggiungere che nessuna epoca sia stata indenne da cortocircuiti spirituali che hanno visto sostituire la fede con il potere e la sopraffazione, l’amore con lo schiavizzare gli altri, e la stessa speranza con il mantenimento di un elevato benessere esistenziale. Lo scrive e lo dice San Paolo nella lettera ai Filippesi “hanno come Dio il lotventre, di vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi”. Il cuore dell’uomo è lo stesso da sempre, cambia la tecnologia, le scoperte della scienza, ma il cuore si riempie o di Gesù, quindi degli altri; oppure di mammona, seconda una precedente versione del Vangelo, cioè denaro, potere, edonismo… marxismo 


GEPPI

Caro Roberto, sono pienamente d’accordo con te. A me piace molto il pensiero della cultura sub-Sahariana espresso nella parola Ubuntu: la credenza di un intrinseco legame di tutta la società umana, se non siamo felici insieme, non sono felice.
Credo inoltre che l’antico comandamento ebraico, ripreso con forza da Gesù, ama Il prossimo tuo come te stesso, sia stato stravolto, per comodità, non dando valore sia al come te stesso (bisogna amarsi), sia alla parola prossimo, cioè il più vicino, che è anche quello che ti può fare del male, oltre a parenti e vicini. Fare del bene si, purché se ne stiano a casa loro.
Un abbraccio Geppi


FRANCESCO

Ciao Roberto e grazie per le tue riflessioni che condivido pienamente. Leggendole mi tornava alla mente l’attualità del pensiero del Santo Padre Paolo VI che, rifacendosi a Maritain, scriveva che soltanto nella dottrina sociale della Chiesa è possibile realizzare l'”Umanesimo integrale” necessario all’intera società per conseguire un progresso realmente “Umano”.

Occorre un enorme sforzo culturale ed educativo per trasmettere l’urgenza e l’importanza di questo valore, che, tra l’altro, servirebbe a produrre sviluppo e PIL utile a tutti…ma questa è un’altra storia, come tu ben sai.

Spero che questo piccolo commento possa essere utile nella tua meritoria attività.

Un caro saluto e santa Domenica. Francesco


FERNANDO

Buongiorno Dott. Roberto,

un articolo importante che in un modo o nell’altro tocca ognuno di noi.

A mio avviso, e senza presunzione mi sento di fare questa considerazione: quando il controllo dei profitti finisce nelle mani di pochi (vedasi la tendenza a centralizzare il tutto nelle multinazionali), si innescano meccanismi perversi sulla scellerata ricerca del profitto a tutti i costi e soprattutto in tempi brevi sugli investimenti fatti,

a costo di mandare a casa decine di migliaia di persone che paradossalmente poi non avrebbero redditi per mantenere erari statali e la stessa società consumistica che abbiamo creato. E’ un meccanismo che innesta conseguenze importanti quasi fosse un disegno sulla demolizione degli stati democratici. (riflessione che chiamo endoscopica su tanti aspetti geopolitici).

Scompare quasi del tutto quel gusto di costruire qualcosa, mantenere equilibri importanti tra le moltitudini quando tutti lavorano all’unisono. Sembra quasi come se i regimi autocratici delle dittature mondiali abbiano preso il posto dei modelli pluralistici (seppur nel sistema capitalistico) e viceversa dato che oggi i regimi autocratici mirano ad essere pluralistici e capitalistici.


BARBARA

Buona domenica anche a te Roberto, nessun disturbo, anzi, è sempre un piacere leggerti. 

Dalle mie esperienze vissute precedentemente a quelle attuali, noto una  grande differenza a livello umano. 

Purtroppo, oggi le persone vengono considerate investimenti umani non per la loro qualità/esperienza e valore etico, è non come risorsa fondamentale di sviluppo professionale ed economico. 

Ho avuto la fortuna di lavorare (21anni) in una realtà metalmeccanica dove tutti noi eravamo considerati tutti uguali (nessuno escluso, Direttori/ingegneri ecc…). Sono cresciuta prima in produzione conoscendo ogni postazione di assemblaggio, saldobrasatura e collaudo, tutto questo grazie alla formazione ricevuta all’interno della stessa azienda, con corsi sulla sicurezza (che oggi è stata dimenticata), e sopratutto eravamo in continua crescita formativa per il miglioramento continuo di ogniuno di noi e per l’azienda stessa, e grazie a questa formazione sono poi passata alla realta commerciale passando da un ufficio all’altro (formazione) sino ad essere quasi autonoma. Grazie a questa azienda alla quale sono cresciuta, formata e fortificata. Una realtà di 10mila persone, una grande famigli, e nonostante l’azienda non c’è più, molti dei miei ex colleghi ci ritroviamo ancora oggi. 

Da questo mio racconto, tante altre esperienze all’interno di contesti/lavori differenti che mi hanno portata a conoscenza di una realtà di assenza di  valori, rispetto ecc.. ma considerati solo oggetto per commesse urgenti e poi lasciati a casa perché inutili al continuativo. Sopratutto, non puoi permetterti di ammalati (non che lo si faccia apposta, ma siamo esseri umani) altrimenti sei considerato inattendibile per altri lavori richiesti, e ne avrei da scriverne altri peggiori, ma, non mi dilungo troppo in quanto tu sai già tutto questo paradosso. 

Alle tue domande, ho solo una risposta; in questo momento l’attuale progresso è disumano, finché la mentalità attuale non fa un passo indietro, ci troveremo con un progresso diviso a metà, una metà che sfrutta per i propri interessi (crescita economica) le persone (considerate macchine/numeri) per i propri introiti. 

L’altra mèta, è quella legata ai valori (rispetto e considerazione del propio operato ecc..) che si ritrova messo da parte 40/50anni (perché troppo vecchio) senza avere alcuna opportunità di rimettersi in gioco e crescere sia professionalmente che economicamente. Poi, ci sono i giovani (dell’era tecnologica) fortunati e meno fortunati, i meno fortunati vengono sfruttati per il loro “bonus giovani” senza avere alcuna possibilta di crescita, mentre, i più fortunati (senza formazione) riescono ad avere posizioni abbastanza alte grazie a conoscenti/parenti. 

Se non cambia il sistema di selezione (agenzie interinali), e, le aziende non si attiveranno (in autonomia) a riselezionare/formare il personale, e sopratutto, a mettere in sicurezza ogni persona, più andiamo avanti e più saremo considerati solo ed esclusivamente un bene materiale.

Ho letto le tue risposte per la quale, pensiero molto realistico, concordo. 

Un caro saluto, Barbara.


MARIA

Ciao e buona domenica

Il progresso è sempre progressivo.

Per sua natura è sempre graduale e stratificato, non riesce mai ad essere per tutti, non da subito certamente.

Ed ogni persona è un mondo a sé. Ognuno con gradi di percezione differente. Sia per quanto riguarda la sfera del reale che per la sfera del trascendentale. Chi opta per la seconda ci sarà sempre e sempre vivrà su piani differenti.

Non sempre migliori, ahimè.

Vedo molto spesso persone che credono di inseguire il trascendentale ed invece si perdono solo dietro a fattucchiere di basso livello. Gente che campa suggestionando allocchi.

La trascendenza vera è e dovrebbe essere sempre lontana dalle messe in scena e dal profitto. Chi vende suggestioni è solo un malvagio plagiatore.

Buona giornata 


FILIPPO

Caro Roberto, il problema è il fatto che ci meravigliamo delle conseguenze di una cultura relativistica e secolarizzata come è quella attuale dei nostri Paesi ..

Ci entusiasmiamo della libertà, del rispetto delle leggi, dei diritti civili, ecc. e non teniamo conto del mancato rispetto della dignità della persona, della mancanza di fraternità fra gli uomini, del prevalere degli interessi personali e nazionali rispetto alla solidarietà, che sono alla base del comportamento della vita dei Paesi occidentali.   

Il progresso ha soltanto una dimensione quantitativa- coerentemente con una visione egoistica e individualistica – e non tiene conto della distribuzione dei relativi benefici alla comunità. Non potrebbe essere diversamente, dato il tipo di cultura imperante. Dobbiamo prendere atto , come cattolici, che siamo stati sconfitti perché ci siamo concentrati su una formazione individuale lasciando il campo agli “altri” nel campo sociale. Prima ce ne rendiamo conto e meglio è se decidiamo di cambiare indirizzo.


FABIO

caro Roberto già S. Giovanni Paolo II durante il suo pontificato, decenni or sono, metteva in guardia contro la piaga del Relativismo. Benedetto XVI, ne ha fatto oggetto di lotta durante il suo pontificato. Purtroppo la componente laica della chiesa era troppo impegnata a sbattersi per l’umana sopravvivenza e non è riuscita a cogliere la vera portata del problema. certo come per la famosa storia della rana nella pentola sul fuoco, oramai la temperatura dell’acqua ha raggiunto valori troppo alti per permettere di reagire in qualche modo. riusciamo a fare solo sogni con le membra già quasi cotte e lessate. 

non riusciamo più a vedere quello che stiamo vivendo, siamo oramai inermi e preda di chi tiene il fuoco acceso e spera in una fantastica zuppa. parlare di fede o anche solo di legge naturale oggi è praticamente inutile, figurati di dottrina sociale della chiesa… 

ma come si dice il demonio fa le pentole, ma non i coperchi…. quello che si profila è la distruzione del genere umano. ma per fortuna Dio ha creato l’uomo per condividere il suo amore infinito e non per permettere che si autodistrugga e qui viene il bello. ecco che quindi nonostante il covidismo che buona parte della chiesa di bergoglio, continua ad imporre e mantenere, nonostante la presunzione massonica di essere riusciti a cucinare tutto l’occidente, con la potenza del principe della terra.. continuano a germogliare coscienze e piccole comunità che come i mammiferi durante la glaciazione, riusciranno a sfuggire alla estinzione. piccoli cenacoli di figli di Dio che fanno centinaia di km per riuscire a vivere in comunione di amore con la Trinità. per cui ci si prepara allo scontro, purtroppo molto reale e cruento tra il Bene ed il Male, ci faremo molto male, temo ma .. Il Cuore Immacolato di MARIA TRIONFERA’…. ed è con questa certezza che continuo ogni giorno a lottare e combattere per conservare la Fede… molte volte da solo. ma Gesù è sempre con me e non ci abbandona. 

come diceva una persona a me molto cara OMNIA IN BONUM ! tutto quello che Dio permette è sempre per il nostro bene. 

quindici anni fà iniziative come la tua, hanno avuto un giusto riscontro. oggi dovresti riuscire ad essere come Davide per sperare di sconfiggere il mostruosamente enorme e potente Golia… 

scusami lo sfogo, ma almeno so che con tè posso permettermelo…

un abbraccio FABIO


ANGELA

Buonasera Roberto, felice di sentirti.

Le tue domande portano alla mente fatti di ordinaria follia umana, per i quali il Bianco e il Nero sono ancora su sponde lontane e un cimitero di acqua li divide, per i quali qualcuno progetta di terraformare Marte mentre altri non hanno una casa in cui vivere. Si progettano microchip sottocutanei per sburocratizzare la produzione di documenti sanitari, di riconoscimento, di fiscalità ma non ci sono ospedali sufficienti per tutti, non ci sono abbastanza medici e infermieri. Si producono tanti medicinali e tanti macchinari all’avanguardia ma non per tutte le malattie  solo per quelle che lasciano intravedere la possibilità di un lungo recupero dei costi dilazionato nel tempo. L’intelligenza artificiale applicata a tutte le produzioni anche sanitarie soppianterà ogni tipo di relazione umana all’interno del sistema economico lavorativo. Persino nell’ambito dell’azienda turistica di ricezione, di ristorazione, settori a forte impatto umano, si prevedono dei robots per soddisfare ogni bisogno del cliente.

Voglio dire con questi esempi, che l’uomo in quanto persona, in quanto essere divino perchè creato da Dio, non conta, o meglio conta fino a che ha un valore economico misurabile rispetto alla sua propensione al consumo. Nel preciso istante in cui smette di essere una risorsa, cioè un consumatore di beni, diventa un peso. Quanto dico è facilmente misurabile dalla disattenzione con cui vengono trattati gli anziani, i bambini e i carcerati. Uno Società non può dirsi civile, evoluta, se non si prende cura dei più deboli, attraverso delle adeguate politiche sociali volte a sostenere le famiglie, a curare i bisognosi e a recuperare chi ha sbagliato.

Nel concetto di bene economico è insita la sua limitata disponibilità, non ce n’è per tutti, ma solo per coloro che saranno in grado di pagarne il prezzo di mercato. L’economia dell’intero pianeta si basa su questo principio. Quello che sembra assurdo e paradossale è che l’utilizzo delle risorse  e la loro trasformazione seguiva il principio della soddisfazione dei bisogni umani ma ad un certo momento sembra che si sia innescato a latere un meccanismo perverso di accumulo di ricchezza e di potere che in sè non è un male ma lo diventa quando sovrasta anzi annichilisce la ragione principale.

L’uomo perde il privilegio della sua umanità mentre si abbandona al mero calcolo di puro guadagno economico, ma d’altro canto le regole del mercato, pena l’esclusione, quasi lo conducono verso tale comportamento.

Bisognerebbe imparare ad accontentarsi di un minor guadagno per rendere i beni più accessibili a tutti, ma sarebbe una utopia.

Nonostante tutto io confido nella scienza e in Dio.

Arriverà il giorno in cui scopriremo l’energia infinita, a zero cost,i ed allora non ci sarà più bisogno del denaro per vivere e probabilmente grazie alla biomedicina saremo immortali anche nel corpo, sani e felici, se Dio vorrà.

Finiranno anche le guerre perchè mancherà la materia del contendere. Come avrai notato caro Roberto, la mia fiducia è riposta non nell’uomo, essere fallace per sua natura, ma nelle meraviglie tecnologiche che potrà compiere grazie all’aiuto di Dio. Credo infatti che questo nostro folle mondo finirà per lasciare il posto ad uno migliore solo se Dio deciderà che ciò avvenga. Le nostre conquiste tecnologiche che influenzeranno l’intera esistenza dei prossimi anni saranno il frutto della misericordia di Dio per l’essere umano e non gli sarà consentito abusarne. ( Questo almeno è il mio desiderio più grande)

Un caro saluto


NICOLA

Caro Roberto, sono assolutamente d’accordo con te. C’è il progresso scientifico, che aumenta la conoscenza umana, ed è di per sé sempre positivo; e c’è il progresso tecnologico, che applica le conoscenze scientifiche a fini umani, e può essere quindi anche negativo (nuove armi, droghe sintetiche, ecc.). C’è il progresso economico, che è veramente tale solo se l’aumento della ricchezza raggiunge un numero crescente di individui; e c’è il progresso sociale, che si ha quando sempre più nostri fratelli e sorelle possono vivere in libertà, consapevolezza e partecipazione alla vita sociale; e anche qui la strada da fare è ancora tantissima!


GIANNI

Mio caro Roberto 
penso che oggi la tecnologia, e mi riferisco principalmente agli strumenti tecnologici ed informatici, pur essendo
a disposizione della quasi totalità delle persone sia uno strumento che condiziona le scelte di molti
a favore di pochi.
La tecnologia (il progresso) è utile solo quando è libero, a disposizione di tutti e disinteressato dai poteri.
Oggi, invece, è la fonte di ricchezza di pochi a scapito di tanti che credono di essere liberi nell’utilizzarla ma che
in realtà lo sarebbero di più nel non utilizzarla.
Ci riempiono di contenuti inutili ed abbiamo perso la dimensione dell’umano, della condivisione e del
socializzare prima di tutto.
La scuola, responsabile anch’essa di questo declino, cresce dei talenti molto orientati alla sviluppo tecnologico
ed economico ma poco inclini all’umanità e alla dimensione del sociale e dell’amicizia.
La cultura condivisa è la più vera forma di progresso che spinge l’umanità a sviluppare tecnologie al beneficio di tutti.
Gianni


PIERLUIGI

Caro Roberto oggi le persone corrono, vivono sul cellulare, non riflettono e se leggono leggono poco. Questo anche persone con buona formazione umana e cristiana. La maggioranza delle persone che è protagonista del progresso e che può creare un mondo più giusto non credo sia cristiana e consapevole del possibile contributo del loro lavoro al bene comune. Fai bene a scrivere questi spunti di riflessione ma se non convertiamo coloro che creano il progresso e decidono per molti non potremo cambiare il mondo e contribuire al progresso umano se non con il fare bene il nostro lavoro, con visione al bene comune, e questo sarà magari una piccola cosa ma già qualcosa per cambiare il mondo (come stai facendo tu con questi spunti di riflessione che ci aiutano a crescere al di dentro).


PEPPINO

Caro Roberto, Cerco di rispondere ai tuoi quesiti, peraltro molto complessi.

Una prima considerazione riguarda il concetto di “progresso”.

Il progresso è connesso con l’origine stessa della persona umana, caratterizzata da tre prerogative antropologiche: intelligenza, volontà e libertà; caratteristiche non di ordine biologico (DNA) ma di ordine spirituale, soprannaturale che “alcuni” chiamano “anima”. La differenza la vediamo con la specie animale più vicina a quella umana: la scimmia; che è priva di intelligenza, volontà e libertà, ma solo istinto per la propria sopravvivenza.

Ma quando è comparso nella evoluzione della specie animale l’uomo cosiddetto “sapiens”? non lo sappiamo con certezza; ma ce lo suggerisce la letteratura descritta circa 3000 anni fa e che si chiama Genesi; nella quale si descrive che il Creatore ha creato una specie animale a propria somiglianza dalle caratteristiche sopra citate (intelligenza, volontà e libertà) ed espressamente ha detto anche quello che doveva fare “ut operaretur et custodiret illum (Genesi, 1,15). Cioè doveva lavorare e far progredire l’universo donato. Così si spiega il “progresso”, diversamente staremmo ancora sugli alberi a “mangiare le banane”. ED è tanto vera questa esortazione che, nella fattispecie, i grandi della terra in questo momento si stanno occupando della sopravvivenza ambientale del pianeta (custodiret illum).   

Delle tre prerogative fondamentali per il progresso della specie umana una di queste è una variabile molto particolare ed è la libertà che consente di far progredire “bene” l’umanità ma anche di commettere errori: il peccato. Ecco perché il progresso ha delle connotazioni errate. Il problema è di natura etica (rubare, uccidere, sopraffare, ingordigia, egoismo, ecc)  e comportamentale (scarsa voglia di lavorare, di studiare, ignavia, ignoranza..). Purtroppo nessuno è escluso dal commettere mancanze o errori, comprese anche (come dice San Josemaria) le persone pie ed… apostoliche.

Nell’Opera (sempre san Josemaria) il fedele deve avere dottrina e apostolato, cioè la dottrina è propedeutica all’apostolato non eruditiva. Diversamente l’apostolato di amicizia e confidenza è praticamente vuoto.

Tu mio scuserai se affronto questo problema affatto particolare; mentre sul furto e sull’omicidio noi personalmente non possiamo fare granché, sull’ignavia e ignoranza dei nostri fratelli possiamo dire qualcosa.

Veniamo adesso al problema dello “sviluppo”. Chi sono gli artefici dello sviluppo economico? I soliti approfittatori, i magnati del profitto? Sicuramente. Ma in Italia (e non solo) le Banche trasudano di denaro derivante dal cosiddetto risparmio anche di persone non molto benestanti. E guai se una Banca non garantisce un congruo interesse. Il risparmiatore cambia Istituto di Credito e la Banca corre ai ripari investendo in operazioni eticamente (eufemismo) discutibili.   

Spero di aver risposto adeguatamente ai tuoi quesiti.

Non dirmi solo grazie, ma fammi sapere. Peppino     


GIACOMO

Carissimo Roberto,

quanto mi piacciono le tue domande perché smuovono qualcosa nel profondo di ciascuno a cui le rivolgi. E non esiste cosa più intima del pensiero.

Mi chiedi: “Che cosa centra Dio con l’innovazione?”

Un tema che comporta implicazioni dell’Intelligenza Artificiale nell’etica, nesso con il Cristianesimo o, ancora oltre, con la Bibbia. Con il dilemma se credere più alla tecnologia o alla fede.

La teologia non parte da assiomi fondanti come la Scienza e, quindi, un minimo di comprensione impone che la ricerca vada indirizzata sul nesso tra Dio e la tecnologia o, ciò che equivale, tra Cristo e l’Intelligenza Artificiale.

Nelle religioni, dalla mitologia greca al Golem ebraico al libro del Vuoto Perfetto taoista c’è tanta tecnologia e la stessa croce cristiana, cosparsa del sangue di Cristo, è il simbolo tecnologico del passaggio dalla morte alla resurrezione come, nella Pasqua ebraica, tecnologico è il passaggio dalla schiavitù d’Egitto alla vita nella terra promessa. Lo stesso mestiere di Cristo come falegname, figlio di un falegname, è un altro simbolo tecnologico perché il falegname rappresenta il compendio dei maestri artigiani e, quindi, della tecnologia dell’epoca.

Il che evidenzia che la vita dell’essere umano nasce dall’alleanza con Dio anche quando si esprime tecnologicamente, persino oggi che l’Uomo è immerso completamente in una cultura tecnologica, di cui, dopo averla creata, sembra non poterne fare a meno, perché dipende da noi Uomini come andrà la nostra esistenza, mettendo a tacere quella voglia di fine del mondo, ma contestualmente dando voce all’inizio di un altro: diverso!

Orbene, se prendiamo per buona la ‘conditio sine qua non’ dettata da Cristo per essere suoi discepoli “Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua”, allora è necessario optare per una scelta di vita terrena orientata a perdere qualcosa per garantirsi la vita eterna. Ovvero, occorre avere come faro il Suo ‘messaggio di riconciliazione’ con l’umanità, usando la Tecnologia e, quindi, l’Intelligenza Artificiale per generare inclusione e comunione, ma, sempre, dando a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio.

Spero ti sia utile. Ti abbraccio e saluto caramente Giacomo


GIUSEPPE

La Costituzione Articolo 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 237 c. 148 c. 151 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 819], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

TRATTATO DI MAASTRICHT

Articolo B
L’Unione si prefigge i seguenti obiettivi:
– promuovere un progresso economico e sociale equilibrato e sostenibile, segnatamente mediante la creazione di uno spazio senza frontiere interne, il rafforzamento della coesione economica e sociale e l’instaurazione di un’unione economica e monetaria che comporti a termine
una moneta unica, in conformità delle disposizioni del presente trattato

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