Imprenditori in cerca di audacia

Ricordi la tipica risposta che gli allenatori di calcio danno al giornalista quando la squadra ha messo maggior impegno del previsto? Dicono così: “ i ragazzi si sono superati ci hanno messo il cuore”.

E’ vero. Quando decidiamo di voler superare qualcosa, di andare “oltre”, cosa ci mettiamo? Gli allenatori dicono: “il cuore”, e noi imprenditori ci aggiungiamo, “coraggioso”.

Si perché non sempre il cuore è sinonimo di coraggio. E’ molto più vicino all’amore, al donarsi, allo sprecarsi per qualcuno e qualcosa. Ci vuole prima il coraggio di farlo. Cioè quella cosa che mossa dalla volontà invita il cuore a darsi di più per raggiungere un obiettivo.

La strategia è tecnica raffinata del successo, tutto il resto, tutto ciò che la circonda è “un di più”. Ma non “un di più” del quale si può fare a meno. “Un di più” molto utile, in molti casi indispensabile, senza del quale non si attua nessuna strategia e non si raggiunge alcun successo.

Potremmo dire parafrasando termini informatici che la Strategia è l’ HARDWARE mentre il coraggio (audacia), il cuore,  la creatività e tanto altro, sono il SOFTWARE.

Dice il poeta e filosofo Goethe: «Qualunque cosa possiate fare, o sognare, incominciatela. L’audacia ha in sé il genio, la magia e il potere. Incominciate subito».

Ma, cosa significa il termine audacia?

– Temerarietà di un’azione: l’audacia di un’impresa.

– Coraggio, ardimento di chi osa sfidare il pericolo: l’audacia di un guerriero.

– Una persona coraggiosa che sa osare, un buon combattente: audace.

– Chi affronta impavido il pericolo, coraggioso:  navigatore audace.

– Una cosa che richiede coraggio, rischiosa: audace.

– Un temerario: che gesto audace!

– Di ardita originalità, innovatore, nuovo: idea audace.

– Carattere molto innovativo, rivoluzionario di qualcosa: l’audacia di un creativo.

 

Ti starai chiedendo il perché sono passato a trattare il termine “audacia” al posto di “coraggio”. Lo faccio perché voglio “andare oltre”.  L’audacia non è banale coraggio. Infatti essere audaci non significa agire con imprudenza o l’essere irresponsabile o incosciente.  Audacia = Coraggio + Fortezza.

Di certo un abbinamento difficile da comprendere per quanti si annoverano tra i: rammolliti, insipidi, impauriti, a volte traditori; o se ti fa piacere: miopi, dalla visione limitata, con lo sguardo sempre per terra.

E poi ci sono anche altre categorie di persone che non si contraddistinguono di certo per la loro audacia, e sono gli astuti o semplicemente detti: i furbi. Sono quelli che hanno la continua propensione ad evitare i sacrifici, a non fare sforzi oltre quelli consentiti, ad accontentarsi dei risultati a breve e che rinunciano sistematicamente a confrontarsi con obiettivi impegnativi, mete alte o al lungo termine.

La persona audace la si riconosce, invece, dal suo slancio operoso, il suo saper osare con una sana forma di aggressività, o semplicemente con una buona grinta.

È tipico di una persona audace pensare ad imprese esaltanti, e sentire la necessità o meglio la responsabilità di fare cose importanti che lasciano un segno senza badare a sacrifici o rinunce personali, con coraggio e intraprendenza.

Conosci le altre caratteristiche dell’imprenditore audace?

In primo luogo parlerei di una particolare forma di fortezza che si chiama magnanimità. Una parola ormai in disuso visti gli appellativi e tutti i termini inglesi con i quali siamo abituati a chiamare i personaggi importanti della nostra epoca.

Hai mai sentito in un telegiornale dare del magnanimo a qualcuno? E sulle riviste di management, di politica, ecc.?

È stato Aristotele a indicare nel magnanimo la persona che tende verso grandi cose, che cerca gli onori a costo di grossi pericoli e sacrifici. Per questo: «Nel magnanimo non c’è posto per la meschinità; non viene a patti con l’avarizia, non fa calcoli egoistici né si serve di raggiri. Il magnanimo impiega senza riserve le sue forze in ciò che vale la pena; è quindi capace di offrire se stesso» (J. Escrivà)

Un’altra caratteristica che mi preme sottolineare dell’uomo magnanimo è quella relazionale e di apprendimento. L’uomo magnanimo sa di aver bisogno dell’aiuto degli altri e quindi è portato ad avere fiducia di quanti lo circondano e lo collaborano.

Quando ci rendiamo conto che un gruppo di lavoro, non da buoni risultati è bene chiedersi se tra le persone che lo compongono, vi è almeno una magnanima. E sì, perché la magnanimità è una cosa contagiosa, e si manifesta proprio nel clima collaborativo che sa far regnare in un gruppo.

Ma torniamo all’audacia. Ultimamente ho capito che:

1. si può essere audaci per fare cose straordinarie e cose ordinarie;

2. si può essere audaci per fare cose che finiscono nel nulla e per cose che durano per sempre.

Per questo molti saggi dicono che la magnanimità è ciò che rende “buona” l’audacia.

L’essenza di questo primo articolo che sto condividendo con te sta, infatti, nel far comprendere a tutti che le persone che noi definiamo “grandi” non le dobbiamo riconoscere per le parole altisonanti con le quali vengono chiamate, ne per le azioni superlative che hanno compiuto. Ciascuno di noi può essere un “grande” quando saremo capaci di rendere possibili i nostri sogni, raggiungere i nostri obiettivi, restando persone semplici che hanno imparato a rendere grandi le piccole azioni di tutti i giorni.

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