I numeri della crisi che fanno male.

Questi, purtroppo, sono i numeri della crisi: 

In Italia tra il 2007 e il 2012 il numero di persone che vivono in condizioni di indigenza è raddoppiato, passando da 2 milioni e 400 mila a 4 milioni e 800 mila. Cioè l’8% della popolazione. Il totale dei poveri in Europa è di 115,7 milioni. E se nel 2008 in Italia il tasso di occupazione era al 63%, adesso è al 59,8, in Europa migliore soltanto di Croazia, Spagna e Grecia, ultima con 53,2%. Tra i giovani (15-24 anni) il tasso di disoccupazione è arrivato al 42,4%. Sono tutte cifre contenute nel Rapporto 2014 sui diritti globali – “Dopo la crisi, la crisi” realizzato dall’associazione Società Informazione. Dall’inizio della crisi, quindi in una decina di anni, in Italia hanno perso il lavoro 980 mila persone. Nel 2013 sono andati in cassa integrazione a zero ore 515 mila lavoratori, con una perdita di salario di 8 mila euro ciascuno. Il calo dell’occupazione – secondo i dati Eurostat – è una costante in Europa da cinque anni consecutivi: ora i disoccupati sono in totale 27 milioni.

Tornando all’Italia, dal 2008 sono scomparse 134 mila piccole imprese. Nel 2012, 68 mila italiani sono espatriati, il 35,2% in più rispetto all’anno precedente. Il Rapporto cita anche i dati Ocse, secondo i quali il reddito annuale di una famiglia media italiana è calato di 2.400 euro tra il 2007 e il 2012. Una cifra più che doppia rispetto a quella media degli altri paesi dell’area euro (1.100 euro).

Un ultima cifra viene da uno studio della Commissione europea: tra il 2011 e il 2013, mentre calava il tasso di occupazione scendeva nei paesi europei anche il Pil. In Italia del 4,86%, in Francia del 4,78%, in Spagna del 5,39% e in Grecia dell’8,05.

 

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