1 maggio – Festa di quale lavoro?

1 maggio – Festa di quale lavoro? 

A questa domanda ho trovato risposta leggendo l’editoriale di Luigino Bruni (economista docente alla LUMSA) sull’Avvenire di oggi 1 maggio 2013: “Il lavoro è il grande comune denominatore della democrazia. È un elemento che ci accomuna e ci fa (in un certo senso) uguali al di là, o al di qua, delle diversità di stipendio, di ruoli, funzioni, ceti sociali. Ed è anche per indicare questa dimensione di uguaglianza tra i cittadini che il lavoro crea – e che il non lavoro, e le rendite, invece distruggono – che l’abbiamo voluto scrivere, e vorremmo continuare a scriverlo, come prima parola della Repubblica.

Il lavoro esprime la sostanza della democrazia, perché incarna le differenze reali tra le persone, quelle che contano davvero per la qualità della vita e per la dignità. E lo dice molto più della finanza, o del consumo”.
 

Mi sono chiesto se si può ancora parlare di dignità del lavoro, e di quale dignita, e così leggo:

“È anche questa la vera vocazione sociale del lavoro, la sua altissima dignità: il suo essere cemento della società, legame di reciprocità che unisce tra di loro i diversi, che ci avvicina gli uni agli altri in rapporti di mutuo vantaggio e di amicizia civile. Ma in questo tempo di capitalismo finanziario, queste distanze sociali ed economiche sono tornate a crescere, e i nuovi padroni stanno, pericolosamente, assomigliando molto, troppo, ai vecchi feudatari”.

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