Conversazione sull’amore coniugale

Coniugi: un amore per sempre 

L’amore ha due aspetti: è un sentimento ed è un atto di volontà.
Nasce come sentimento, ma continua come atto libero.
Quanto lunga sarà, la storia d’amore, dipende solo dalla volontà dei due innamorati che la progettano oggi e la scriveranno domani.
I bambini insegnano: i giocattoli più belli, da cui non si separano mai, gli indimenticabili, sono quelli che si costruiscono da se.
Marito e moglie devono costruire l’amore da se, sapendo di dover mettere qualcosa di proprio, sapendo di rinunciare a qualcosa di proprio, con volontà, determinazione, sacrificio, rispetto e donazione di se totale, gratuita, libera.
L’amore non è solo sentimento, non è principalmente sentimento, ma è anche un’azione che va molto oltre il sentimento, che raggiunge la sua pienezza nel momento in cui “nasce una decisione libera, ponderata e volontaria dell’innamorato. E’ pertanto, un’azione originale dell’innamorato, determinata proprio da lui, che passa attraverso un atto della propria volontà” (Pedro Juan Viladrich antropologo e docente presso l’UNIVERSIDAD DE NAVARRA, S.A.).
Nell’amore tra coniugi c’è una importante componente affettiva, ma non è l’unica, è solo uno dei tanti pilastri che sorreggono la sua stabile struttura.
Gli altri pilastri sono la libertà, la volontà e tutte le buone qualità umane.

Quindi l’amore non è solo sentimento, ma il sentimento è solo una minima parte dell’amore, direi solo l’accensione del fiammifero! Il resto, il “focolare sempre acceso” è fatto anche di altro.
Il sentimento, è condizionato dall’esterno, e a sua volta condiziona il nostro comportamento. L’innamoramento è il principe dei sentimenti, è bellissimo ma non è ancora amore, è diverso.
L’innamorato ripone tutte le proprie aspettative, i propri desideri e i propri bisogni nell’amato; fa sé stesso l’oggetto dell’amore, non l’amato; colma i propri vuoti, si completa con l’amato, non si integra. Il sentimento è proprio come spesso è raffigurato: una freccia che centra e riempie d’amore il cuore.
L’amore, invece è l’ambito privilegiato della libertà, è scelta libera di amare per sempre, è voler dare non per quanto posso ricevere, è voler essere produttore di bene non solo consumatore; è amare attivamente l’altro non passivamente dell’altro.
Amare per soddisfare le aspettative non proprie ma dell’altro; amore come complementarietà e non compensazione (crediti e debiti reciproci – difetti e virtù) ; amore come reciprocità e non appagamento (piena soddisfazione). Amore scelto nella consapevolezza della fatica, non nell’edonismo (materialismo).
L’amore maturo parte dal proprio cuore e va ad avvolgere tutta l’altra persona. E’ una questione di direzione: l’altro.
La volontà deve poter superare il proprio individualismo, il proprio egoismo, il proprio narcisismo, il proprio amor proprio; deve saper vincere l’edonismo, dominare l’istinto sessuale, non deve far cedere al vizio.
Il sentimento non necessita di volontà, anzi quando si è innamorati la nostra volontà è nelle mani del sentimento.
L’amore vero invece necessita di capacità di amare, di volontà di amare, di libertà di amare. È davvero necessaria grande forza di buona volontà, per scegliere di amare, costi quello che costi, a tutti i costi.

Ci sono tre ordini di soluzioni:

 

1) DIVENTARE PIU’ ESPERTI NEL MATRIMONIO, NELLA FAMIGLIA, NELLA GENITORIALITA’

Occorre che le coppie diventino professionali nei loro ruoli parentali, coniugali, e sponsali:

– attraverso una chiara conoscenza di ciò che aumenta la loro reciproca appartenenza
– e con l’ acqusizione di quelle virtù e capacità che servono a realizzare tale appartenenza reciproca.

C’è molto da imparare perché non c’è più nella famiglia una comunità intergenerazionale intensa e stabile, che possa formare e orientare i coniugi al raggiungimento di una vita coniugale felice e fedele, come succedeva nelle comunità familiari del passato dove c’era amicizia e generosità tra i vari membri.
I coniugi ora devono metterci impegno per acquisire queste capacità, così potranno diventare anche migliori dei loro antenati.

 

2) SVILUPPARE UNA RETE DI AMICI ATTORNO ALLA FAMIGLIA

perché la famiglia sia famiglia , la comunità deve essere comunità.
Per crescere la famiglia ha bisogno di una rete di amici vicini non lontani, con cui stare nei fine settimana, nelle serate, durante il giorno, per avere un consiglio o per riceverlo.

Senza questo contesto di amicizia la vita coniugale e familiare diventa molto più stressante, perché l’ uomo è un essere fortemente sociale, che cresce nelle interazioni profonde e significative e nell’ amicizia.

 

3) PROTEGGERE LA PROPRIA VITA DAL “SESSO TECNOLOGICO”

Le giovani coppie oggi devono progettare di più la loro vita sia sul piano concettuale, sia su quello reale.
Infatti, esse devono avere ben chiaro il concetto di bene e di male relativamente a: sesso, matrimonio, famiglia, figli, nuova vita che si prospetta loro davanti, vecchiaia per poter operare scelte che sempre nella realtà sono una questione morale.

Realizzare la pienezza dell’amore tra uomo e donna, realizzare un matrimonio stabile, realizzare una famiglia aperta alla vita, all’ amicizia, al vicinato amicale, richiede una protezione efficace…ossia il rifiuto di tutte le forme di sessualità tecnologica, gestita con contraccettivi.

Oggi inoltre il pericolo di questa sessualità non-umana, o almeno parzialmente non-umana, è che impedisce di ricorrere ai metodi naturali, i soli che danno alla coppia la possibilità di decidere quando avere figli, secondo la loro capacità e generosità.

Il pericolo di questa sessualità tecnologica è il piacere senza amore, il sesso senza amore, senza comunione, senza impegno.
Questo stile di vita si fonda sull’ enfatizzazione del piacere del corpo, sulla conoscenza del corpo intesa come esperienza del proprio corpo e delle sue capacità di eccitazione.

Una sessualità tecnologia e “consumistica” porta con sé un cambiamento psicologico profondo nella strutturazione della coppia giacchè si inverte la sessualità che anzicchè orientata all’altro diventa orientata a se stessi.
Cambia anche la cultura: dall’esclusività della relazione sessuale all’ interno del matrimonio, al sesso fuori del matrimonio.

Concludo con alcuni aspetti legati alla nostra spiritualità.

 

L’egoismo in ciascuna delle sue forme, si oppone all’amore di Dio che deve dominare nella nostra vita. Questo è un punto fondamentale, che dev’essere tenuto ben presente a proposito del matrimonio e del numero dei figli. (Colloqui con Mons. Escrivá, 108)

I coniugi, non devono però dimenticare che il segreto della felicità coniugale è racchiuso nelle piccole realtà quotidiane, e non nelle fantasticherie; si trova nello scoprire la gioia intima del ritorno a casa; nell’incontro affettuoso con i figli; nel lavoro di ogni giorno in casa a cui collaborano tutti i componenti della famiglia; nel buon umore davanti alle difficoltà che vanno affrontate con spirito sportivo; e anche nel saper approfittare di tutti i progressi offertici dalla civiltà, per rendere la casa accogliente, la vita più semplice e la formazione più efficace.

Non mi stanco mai di ripetere a quanti sono stati chiamati a formare una famiglia, di amarsi sempre, di amarsi con l’amore appassionato di quand’erano fidanzati. Ha un povero concetto del matrimonio – che è un sacramento, un ideale e una vocazione – chi pensa che l’amore finisca quando cominciano le pene e i contrattempi che la vita porta sempre con sé. È proprio allora che il legame d’affetto si rafforza. La piena delle tribolazioni e delle contrarietà non è capace di spegnere il vero amore: il sacrificio generosamente condiviso rafforza l’unione. Come dice la Bibbia, aquae multae – le molte difficoltà fisiche e morali – non potuerunt extinguere caritatem (Cant 8,7), non hanno potuto spegnere l’amore.
l matrimonio è fatto perché chi lo contrae possa santificarsi, e santificare gli altri per mezzo di esso: perciò i coniugi hanno una grazia speciale, conferita loro dal sacramento istitutito da Gesù. Chi è chiamato allo stato matrimoniale, trova proprio in questo stato, con la grazia di Dio, tutti i mezzi per essere santo, per identificarsi ogni giorno di più con Gesù, e per condurre verso il Signore le persone con cui vive.
(Colloqui con Mons. Escrivá, 91)

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