2017. Il BENVIVERE farà la differenza.

«Quando compri credi di farlo col denaro, ma ti sbagli. Non si compra con i soldi, ma col tempo che abbiamo usato per guadagnare quel denaro. In altre parole: quando si consuma, si paga con la vita che se ne va». In effetti, per consumare molto bisogna disporre di molto denaro, che abitualmente si ottiene con molto lavoro. Il problema è che, se si passa tutto il tempo a lavorare per fare soldi, non ne rimane per le altre dimensioni.

Il BENVIVERE farà la differenza.

Hai appena letto un brano dal recente libro di “Gratis è meglio. Tempo, lavoro e denaro: le persone più del mercato” di Francesco Gesualdi.

Per l’autore, non abbiamo bisogno di lavatrici, di automobili o di scuole: ma di lavarci i vestiti, di spostarci e di istruzione. La sua proposta è di ripartire da qui: un po’ di tempo per fare ciò di cui abbiamo bisogno. Il resto, diamolo pure al mercato. E non ne saremo servi.

Le reazioni non esistono più

Una ricerca condotta in Inghilterra nel 2010 su 4.000 famiglie ha rivelato che il tempo medio passato insieme da tutti i componenti di casa non va oltre i 50 minuti al giorno. In altre parole le famiglie non sono neanche più degli alberghi, bensì dei non luoghi, delle stazioni di transito nelle quali ci si saluta a distanza. Il che dimostra che la grande vittima della nostra vita di corsa sono le relazioni, che quasi non esistono più.

Da dove nasce il bullismo

Ci illudiamo di poter vivere senza relazioni, ma il disagio emerge da tutti i pori, ogni volta in forma diversa come se privilegiasse il linguaggio in codice: depressione, anoressia, bulimia, alcolismo, tossicodipendenza, aggressività.

Perfino il bullismo è un prodotto della lacerazione e non è con i giovani che dovremmo indignarci, se si comportano da sadici, ma con noi stessi: per la nostra latitanza, la nostra distrazione, la nostra noncuranza. Fretta, tentazione consumistica, onnipresenza televisiva, case fatte per camminarci sulla testa, strade trasformate in scoli di traffico, tutto sembra organizzato per produrre stress e solitudine.

Le altre nostre dimensioni

Ma oltre che corpo, siamo anche dimensione affettiva, spirituale, intellettuale, sociale. Il vero benessere si raggiunge quando tutte queste dimensioni sono soddisfatte in maniera armonica. Non una che prevale sull’altra, ma tutte soddisfatte nella giusta misura.

A ogni dimensione il suo tempo, il suo spazio, la sua corretta qualità.

Cos’è il BENVIVERE

Il benvivere è la convinzione che la buona vita dipende non tanto dalla ricchezza, quanto dalla fecondità della natura, da ritmi di vita sereni, dall’appagamento affettivo, dal sostegno comunitario. È la convinzione che la buona vita si costruisce con forti vincoli comunitari e un forte rispetto per l’ambiente.

benvivere

 

È la convinzione che il vero benessere è uno stato di armonia in tre direzioni:

  • con sé stessi,
  • con gli altri,
  • con la natura.

Altrimenti esiste opulenza, abbondanza, lusso, ma non letizia.

La prima cosa da fare è ripartire diversamente il nostro tempo. Non possiamo permettere che sia sequestrato tutto dal lavoro salariato. Al contrario dobbiamo lasciarne per noi, per la famiglia, per la vita sociale. Non è pensabile che le famiglie possano funzionare senza la presenza di qualcuno che se ne prenda cura.

 

Per questo dobbiamo:

  • operare una revisione del nostro modo di organizzare l’abitare, in modo da favorire l’incontro e la collaborazione tra vicini di casa.
  • rivedere l’assetto urbanistico delle città in modo da garantirci spazi verdi, strade e piazze conviviali, una mobilità sostenibile.
  • organizzare diversamente i trasporti in modo da poter soddisfare l’esigenza di mobilità riducendo il consumo di energia e la produzione di inquinanti.
  • -organizzare diversamente il modo di produrre energia e di consumare e trattare i rifiuti, in modo da ridurre gli sprechi e trasformare i rifiuti in ricchezza.
  • organizzare diversamente la produzione di beni e servizi per garantire la piena inclusione lavorativa e garantire a tutti i bisogni fondamentali.
  • rivedere il sistema fiscale e la protezione sociale in modo da garantire maggiore equità.

Ma per riuscire in tutto questo dobbiamo cambiare angolatura:

  • passare dalla prospettiva dei mercanti a quella della persona,
  • dalla logica degli affari a quella del bene comune.

Perché solo cambiando mentalità possiamo capire quali sono le catene culturali che ci tengono ancorati al vecchio che ci trascina verso l’abisso, e cosa cambiare per costruire il nuovo che ci garantisce la vita.

Buon 2017

Roberto

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5 commenti su “2017. Il BENVIVERE farà la differenza.

  • Sono tornato ieri da una settimana passata in Svezia, dove vive mio figlio con la sua famiglia. Buona parte di quanto dichiarato sembra già esserci. La domanda che sempre mi faccio è : perché loro ci riescono e noi no? Non ho ancora trovato risposta.

  • Francuccio è una delle persone che piu rispetto per l’onestà intellettuale.
    Prima domanda:<>.
    L’unica risposta vera è quella di Sant’Agostino:<>.
    Il corollario lo tiri da solo, caro Roberto!
    Seconda domanda. Perché occorre riflettere sulla “cultura dello scarto?”
    Terza domanda. Come funziona la scelta fra il grano e la zizzania?
    Quarta domanda. Sono sicuro di non seminare zizzania? Quanta ne devo ancora seminare per accorgermene?
    Ben vivere,
    Giuseppe

    PS Buon 2017

  • Auguri!! Che sia uno splendido ’17 per tutti … soprattutto per te, Roberto.
    Grazie per i tuoi preziosi e costruttivi momenti di riflessione e – consentimelo! – di formazione.
    Condivido pienamente il tuo pensiero e, se dovesse passare, il disegno di legge sullo “smart working” o lavoro agile saremmo decisamente sulla buona strada: ciò permetterebbe sicuramente di affinare (perché non posso pensare che ognuno di noi non possegga le basi per poter comprendere come implementare le dimensioni affettive-spirituali-intellettuali-sociali) il metodo da seguire per andare nella direzione da te indicata.
    Come certamente saprai, lo “smart working” è quell’audace, ma – per me – efficace, filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione dei risultati (finalmente si sviluppano le 4 C: Collaborazione, Comunicazione, Concentrazione, Contemplazione); non conta più il “dove” lavori (seppur nel rispetto della normativa di salute e sicurezza e degli standard minimi inderogabili fissati dalla legge), bensì il “come” lavori.
    Concludo, precisando che per il mio BENVIVERE mi sono trasferito decisamente da Bari a Cassano delle Murge di fronte alla Foresta (non “bosco”) Mercadante e sono già in attesa che esca – previsto per quest’anno – il nuovo modello di telefonino tradizionale (assolutamente no smartphone!!) di un noto brand finlandese.
    Coraggio … Siamo sulla buona strada … Basta impegno e, ovviamente, volontà, affinché il BENVIVERE faccia la differenza.
    Ancora mille Auguri!!!

  • Recuperare la bellezza nelle relazioni, cominciando dal proprio ambito domestico, non solo ci arricchisce ma ci fa sentire accolti. Comportamenti orientati ai rapporti umani e al rispetto della natura, ci aiutano a star bene con la nostra vera dimensione e a sentirci valorizzati fuori dagli schemi dettati dai modelli produttivi. Le comunità che sono capaci di mettere insieme gioie e dolori, affanni e piaceri promuovono, con la loro testimonianza, un modello di fraternità utile e vincente soprattutto per le nuove generazioni, desiderose di voler compiere scelte valoriali e autentiche .
    Buon 2017
    Andrea

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